Idee e sinergie

Dal 10 al 12 maggio tra il Porto Antico e La Darsena di Genova, avrà luogo la prima edizione del Festival del Mare. Ideata e organizzata dall’Università di Genova con una finalità precisa, quella di rafforzare il legame tra la città (e la sua Università) e il mare.

Oltre 20 discipline (economia, fisica, biologia, ingegneria, arte…), più di 50 eventi, 300 persone coinvolte tra docenti e studenti, il Festival del Mare è un’iniziativa unica nel panorama nazionale, capace di aggregare nello stesso luogo tutti i temi legati al mare, alla formazione, alle professioni e alla ricerca.

Questo può accadere quando gli stakeholder collaborano, quando c’è un comune interesse allo sviluppo della conoscenza e al coinvolgimento dei cittadini.  Vi invito a scaricare il programma   link a programma festival del mare e ad osservare quali potenzialità di visibilità per la città, di promozione per gli sponsor e i collaboratori, di cultura del mare per gli studenti, di sviluppo e ricerca per gli istituti di formazione, di approfondimento di ogni tipo di tematica per elevare la coscienza del mare nei cittadini e nei visitatori… credo si potrebbe continuare a lungo sui tanti e pregnanti vantaggi per la città di una sinergia tra tutti i ravennati, non solo gli stakeholder marittimi/portuali.

Ravenna ha le stesse potenzialità ma diversificate e, per tanti aspetti, non si sovrapporrebbe a Genova;  le due realtà si rivelerebbero complementari senza entrare in competizione.

L’Università e il Museo del Mare di Genova hanno messo in pratica quella sinergia  ipotizzata e fortemente propugnata per la realizzazione del Museo del Mare lungo il nostro Candiano, è un ulteriore segnale che siamo sulla rotta giusta!

L’ULTIMO PESCATORE DI PLASTICHE

Prendo spunto dalla puntata di Lineablu del 14 aprile e dall’intrervista a un pescatore, il sig. Fabris. Il dolore si legge nei suoi occhi e nei suoi gesti, lui che ha fatto del mare il suo lavoro e la sua vita. Con il suo peschereccio (e dei suoi figli, ci tiene a rimarcarlo) solca l’Adriatico e raccoglie i rifiuti che pesca con le sue reti, conferendoli ai depositi a terra.

Il “fishing for litter”, quelle agevolazioni che il Nord Europa ha messo a sistema per spronare i tescatolri a non ributatre in mare i rifiuti pescati, ma a portarli aterra, sembra ce in Italia sia tramontato dopo solo tre anni. Poche e sporadiche iniziative e solo sul Tirreno.

Eppure l’Adriatico è una fonte primaria di sussistenza, sia per il cibo che per il turismo.

Grazie sig Fabris per quello che fà pe ril nostro mare, e speriamo che chi è al potere possa prendere atto e promulgare nuove leggi per ripulire e prevenire l’inquinamento dell’Adriatico!

11 Aprile – Giornata del mare

“Un’economia sostenibile non è un sogno, è una realtà”

Questa dichiarazione del prof. Karmenu Vella,  commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca risale al 2016 e, a distanza di due anni è possibile vedere un’Europa in cui “le persone lavorano sodo spingendosi ai confini dell’innovazione. Dobbiamo passare alla fase successiva e favorire in modo più sistematico la crescita blu. La sostenibilità è il fattore chiave del vantaggio competitivo dell’Europa”.

La strategia europea della “crescita blu”, lanciata nel 2012,  ha visto l’economia marittima compiere regolari progressi, creando posti di lavoro mantenendo l’attenzione alla crescita sostenibile per tutelare i mari del mondo. Ne sono un esempio gli studi farmaceutici sulle microalghe o il settore dell’energia eolica offshore, e gli investimenti dell’Europa sembra procedere a buon ritmo.

Lasse Gustavson, direttore per l’Europa di Oceana (la più grande organizzazione mondiale che si dedica esclusivamente  alla protezione degli oceani) ha affermato  “Tutte le nostre azioni si basano sull’idea di mantenere gli ecosistemi marini in salute”, e l’Europa può e deve farlo, è all’avanguardia in materia di sostenibilità e ha la possibilità di rafforzare il suo vantaggio competitivo sulle esportazioni perchè bisogna guardare oltre oltre l’Europa. I tanti indicatori del cambiamento climatico (temperature, innalzamento dei livelli del mare, modifiche di ecosistemi) evidenziano come l’impegno sui mari europei non possa prescindere da un impegno globale.  Ma è un’avanguardia che va continuamente perfezionata nello svilippo di  professionalità adeguate.

La rivoluzione nell’economia blu vedrà il suo fulcro nelle nuove tecnologie, a partire dalla digitalizzazione e automazione delle imprese marittime, passando per le bio plastiche e il  recupero dei rifiuti negli oceani, fino ad arrivare all’energia oceanica.

Responsabilità dell’Unione Europea è una buona governance degli oceani: il diritto del mare, attraverso un’interazione tra governi, leggi, istituzioni, società civile e industria., senza tralasciare la pianificazione dello spazio marittimo (ne sono esempio gli interessi energetici al largo di Cipro). Ma anche continui investimenti strategici sulle infrastrutture come sull’innovazione, sforzandosi di individuare quali potranno essere i futuri “mestieri del mare” e favorendo la trasmissione delle idee tra cittadini, istituzioni, imprese e investitori.

Cosa c’entra un Museo del Mare in tutto questo?  La crescita economica, la sostenibilità, la loro reciproca integrazione attraverso l’innovazione e la buona governance degli oceani deve essere spiegata ai cittadini, che sono mentalmente lontani dal mare se non sono impiegati nel settore. Un buon museo elargisce conoscenza coinvolgendo il visitatore, mette in contatto gli stakeholder e il cittadino attraverso le continue iniziative, può incentivare l’economia marittima collaborando con gli istituti di formazione e può aumentare la coscenza dell’Europa e del mondo per mantenere il mari prospero e in salute.

Rosso al rosso… filastrocche marinare

E’ in aumento il numero di incidenti in mare causati dal naviglio da diporto, dicono le  statistiche, e anche con le navi maggiori la situazione non è rosea. L’educazione sul mare, come quella stradale, è indispensabile, e conoscere le regole della navigazione come informarsi delle ordinanze della Capitaneria di Porto/Guardia Costiera o delle condizioni meteomarine è fondamentale. Poi ci sono i piccoli aiuti mentali, quelle soluzioni che i nonni saggi ci insegnavano con le filastrocche… e chiunque va per mare ricorda questa filastrocca per prevenire una collisione:

Dai rosso al rosso e verde al verde
e avanti pure la nave non si perde
se alla tua dritta, al verde il rosso appare,
mano al timone e a dritta tieni il mare
se alla sinistra il verde tu rilevi,
dritta è la via, manovrar non devi
non incrociar la rotta ad un veliero,
se dubbio v’è d’abbordo, anche leggero
se c’è neve, foschia o nebbia folta,
sii cauto e lento ed i segnali ascolta
se a pruavia alcun segnale avverti,
ferma, poi avanza adagio stando allerta
tu dagli eventi prenderai consiglio,
lesto e sicuro in subito periglio
e non dimenticar che all’uomo dice Dio
aiutati tu che poi ti aiuto anch’io.

Sembra che questo promemoria sia stato scritto dall’inglese Thomas Gray nell’ottobre dei 1867 ed è basata, ovviamente, sulla posizione a bordo dei fanali di navigazione ‑ verde, lato dritto; rosso, lato sinistro.

La prima volta del MARè

Per la prima volta lo studio per il museo del mare a Ravenna si presenta al pubblico ravennate. E’ ancora un pubblico di settore, che conosce l’ambiente e l’argomento, e proprio per questo più qualificato per interagire e migliorare ulteriormente il progetto.

In una calda serata al ristorante “La Campaza”, in una sala completamente dedicata all’evento (dove i presenti presto supereranno i 100 posti a sedere disponibili), il Propeller club di Ravenna (assieme alla Camera di commercio) ha ospitato questa presentazione.

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Con un ritardo oltre i soliti canoni per questi eventi, nell’attesa di alcune personalità, il presidente del Propeller, avv. Bassi, aveva appena iniziato a presentare il progetto quando è entrato in sala il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna. Anche se la notizia era già circolata, il dott. Daniele Rossi ha ufficializzato il nuovo rinvio del CIPE per dare il via al progetto della ristrutturazione dle porto di Ravenna. Una notizia triste ma non è ancora un no al progetto.

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Inzia dunque con il cuore un po mesto la presentazione dello studio e, nell’ora a disposizione, vengono ilustrate tutte le opportunità, le possibilità, le idee e le innovazioni che una risorsa come il Museo delle Attività Emiliano Romagnole per le Scienze del Mare porterebbe alla città di Ravenna.

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Al termine moltissime persone si sono avvicinate, nonostante il “prolungato digiuno”, per approfondire alcune tematiche, proporne di nuove o anche solamente complimentarsi per lo studio. Credo che le parole del rag. Cavalcoli (padre del moderno porto ravennate) possano, meglio di qualsiasi altra, chiudere la presentazione, con la speranza che il “travaglio” abbi afinalmente termine.

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Infiniti ringraziamenti al Propeller club di Ravenna e al suo presidente, avv. Bassi, per aver voluto e per continuare a sostenere questa iniziativa!