La fregata “Caccia-pirati”

E’ rientrata alla spezia in questi giorni nave Fasan, proveniente da 5 mesi di missione in Oceano Indiano. IL suo campito? dare la caccia ai pirati. L’operazione europea EUMARFOR Atalanta, nata per debellare una piaga del commercio marittimo con l’oriente ovvero consentire ai mercantile di transitare in sicurezza dal corno d’africa senza essere assaltati dai pirati. Una missione preziosa, se si pensa a quante merci arrivano in Italia e a quante esportiamo verso il continente asiatico.

Il Fasan (le navi militari sono “maschili”) nave ammiraglia della missione multinazionale ha salvato preziose vite umane e tutelato gli interessi del nostro commercio marittimo, proteggendo i nostri mercantili e arrestando pirati. Tra i compiti “secondari” della nave italiane in missione oltre Suez attività addestrative a favore delle forze di polizia  marittima(22 uomini di 7 stati africani)  per contrastare autonomamente la pirateria, esercitazioni e cooperazioni con altre Marine Militari presenti in zona (Cina, Corea del Sud, India, Oman e Seychelles), forniture per i bisogni primari delle popolazioni disagiate.

L’attenzione dei governo europei per il Corno d’Africa è un segnale: la regione mediterranea non è un sistema chiuso bensì un’area sottoposta agli effetti delle dinamiche politiche, sociali, economiche, culturali e religiose delle zone adiacenti. Non possiamo far finta di vedere quello che succede al di la degli stretti, insomma.

Un interessante effetto collaterale per l’economia italiana è il serio interesse brasiliano per queste unità che, parole dell’Ammiraglio  Comandante in Capo della Squadra Navale Italiana sono “navi perfette per missioni di lunga durata in Atlantico”. E anche la Marina statunitense non nasconde un certo interesse per queste navi.

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